Novità per la Vitiligine dal Congresso ISPLAD

Si è svolto a Milano il 2° Congresso Internazionale di Dermatologia Plastica nel quale il GISV ha diretto la sezione dedicata alla Vitiligine. La sezione congressuale ha visto come moderatore, fra gli altri il prof Gino Antonio Vena primario della Clinica Dermatologica dell'Università di Bari. Fra i relatori anche il Prof Raffaele Santo Mercuri responsabile della Clinica Dermatologica della Fondazione San Raffaele di Milano. Presente anche l'Associazione per i pazienti affetti da vitiligine ARIV ONLUS nelle persone della presidentessa Dott.ssa Simona Gerosa e Dott.ssa Alida DePase (fondatrice della stessa ARIV e personalità di spicco nel panorama internazionale della tutela del malato affetto da vitiligine).

La sessione aveva come intento quello di apportare un nuovo modo di affrontare la vitiligine, come ricercatori e come medici. Da un punto di vista della ricerca, infatti, questa sezione è stata la prima che ha visto, in un congresso dermatologico, il contributo di specialisti di altre aree mediche quali l'endocrinologia (Dott. Massimo Gargani), e la anatomia patologica (Dott. Andrea Cavazzana), per affrontare in modo polispeculare questa malattia. Le novità sulle terapie invece si sono concretizzate attraverso una nuova arma a disposizione del dermatologo per formulare una corretta terapia, il Vitiligo Activity Index, creato e pubblicato dal GISV .

Addentriamoci ora nel vivo della sezione, attraverso il riassunto di ogni singolo intervento.

Il Dott. Cavazzana mentre espone la sua relazioneVitiligine, il punto di vista del patologo. Dott. Andrea Cavazzana, patologo genetista (membro GISV)

Il Dott. Cavazzana ha compiuto una panoramica volo di ampio respiro sulla predisposizione genetica familiare e non della vitiligine. Puntualizzando sulla non ancora esatta conoscenza del gene responsabile della vitiligine, il dott. Cavazzana, ha eseguito una semplice e dettagliata spiegazione di quello che è oggi lo stato dell'arte sulla conoscenza dei vari geni che sembrano predisporre alla vitiligine, compreso il NALP1. L'interessante comunicazione è poi proseguita sulle possibilità pratiche che offre oggi il laboratorio di biologia molecolare (campo specifico del dott. Cavazzana) nell'individuare la quantità di melanociti rimasti nelle aree affette, metodica che potrebbe in un vicino futuro, precisare le possibilità terapeutiche al singolo paziente.

Le cellule staminali per la vitiligine. Prof. Raffaele Santo Mercuri, Dermatologo (responsabile Clinica Dermatologica San Raffaele)

Il Prof. Mercuri si è trattenuto su un tema che "tiene banco" nei congressi internazionali negli ultimi tempi, cioè la possibilità di curare la vitiligine attraverso un trapianto autologo (innesto) di melanociti. La tecnica illustrata e proposta in questa sezione non è il trapianto di cui si è parlato sino ad oggi, bensì una nuova metodica che sfrutterebbe i melanociti staminali presenti nel comparto di cellule di riserva situato nell'area denominata "bulge" del follicolo pilifero. I melanociti presenti in quest'area infatti, non sono ancora specializzati e maturi, si suppone dunque che non possiedano quelle caratteristiche che rende aggredibili i melanociti maturi. Una volta prelevati, dice il Prof. Mercuri, attraverso tecniche laboratoristiche avanzate si induce la maturazione e si reimpiantano nella cute affetta da vitiligine. Questa nuova tecnica sarà pronta in pochissimo tempo, non ancora ad oggi.

Proposta di un indice di attività della malattia il V.A.I. Dott. Giovanni Menchini, Dermatologo (Fondatore GISV)

A questo punto si è giunti alla parte clinica della sezione congressuale, il dott. Menchini, ha esposto il primo risultato della ricerca del GISV, il Vitiligo Activity Index. Questo Indice è una semplice metodica attraverso la quale, uno specialista, può individuare il grado di attivazione della vitiligine, fattore fondamentale per la forumlazione della terapia più corretta per il singolo paziente. Questo valore consente anche di valutare il grado di risposta del paziente alla terapia, e di capire dunque, se la terapia applicata fino a quel momento è la più corretta. Le novità introdotte da questo particolare indice si spandono anche sulla ricerca, il VAI infatti, permette al mondo della ricerca scientifica di mettere in competizione le diverse terapie, attraverso un valore preciso e semplice che le "misura" sulla base obiettiva della risposta terapeutica. Un vera e propria rivoluzione dalla quale partire alla volta della sconfitta della vitiligine.

Terapia della vitiligine, un approccio proporzionato all'attività della malattia. Dott. Claudio Comacchi, Dermatologo (Fondatore GISV)

Il passo successivo nella sezione congressuale è stata la esposizione del Dott. Comacchi, il quale ha portato una casistica di pazienti trattati con terapie diverse scelte in base al valore del VAI. Nonostante la ristrettezza del numero di pazienti presentato, è parsa subita chiara la potenzialità dell'idea. I risultati incoraggianti mostrati sono un iniziale chiarore nel panorama della terapia della vitiligine di cui noi tutti sentivamo la necessità. Il Dott. Comacchi ha proseguito esponendo la tipologia di terapie mediche e luminose utilizzate a seconda del valore del VAI dei gruppi di pazienti.

Vitiligine bilaterale: il punto di vista dell'endocrinologo. Dott. Massimo Gargani, Endocrinologo (membro GISV)

Il Dott. Gargani ha illustrato, infine, la necessità di una attenta valutazione della funzionalità tiroidea nei pazienti affetti da vitiligine bilaterale, in particolare nelle donne, assai più soggette del maschio alla tiroidite autoimmuna di hashimoto. Una dettagliata panoramica dei sintomi, del laboratorio, delle terapia hanno reso questa relazione un ausilio davvero importante per lo specialista che si trova di fronte un paziente affetto da vitiligine offrendogli gli strumenti adatti per la corretta valutazione del quadro endocrinologico.

Ringraziamo l'ISPLAD in particolare nella persona del Prof. Antonino di Pietro, per averci dato l'occasione di presentare i nostri lavori, l'associazione ARIV ONLUS che ha fornito il necessario e balsamico supporto umano per l'unione di personalità scientifiche tanto diverse anche se tese verso lo stesso fine, in ultimo tutti quei pazienti che, inoltre alla visita, si sono sottoposti agli accertamenti necessari allo sviluppo della metodica del VAI. Grazie.

Lo staff del GISV tutto

 

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