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Il Dottor Giovanni Menchini

Laureato in Medicina presso l'Università di Pisa e specializzato in Dermatologia all'Università di Siena, ha frequentato l'Università di Firenze ed altri centri dermatologici di eccellenza Leggi il Curriculum

vitiligine cura

Vitiligine la mia cura

La vitiligine ha più possibilità di cura. Da quindici anni studio e curo la vitiligine, innovando questo campo e utilizzando le più avanzate ricerche a livello mondiale.

La visita per la vitiligine deve essere approfondita attraverso mezzi che consentano una visione ad alta risoluzione della cute affetta, per comprendere il miglior mezzo di cura.


La terapia che ne deriva è un protocollo terapeutico personalizzato per ogni singolo individuo, basato sulla attività della malattia, utilizzabile sia dai bambini che dagli adulti.

 

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Calcolate la vostra Vitiligine!!!

Abbiamo deciso di dare la possibilità a tutti di monitorizzare l'andamento della propria vitiligine.
Consigliamo, prima di mettersi a calcolarlo di dare un'occhiata all'articolo sulla descrizione del VAI. Questo per facilitare la comprensione dei passi da fare. Quando sarete pronti potrete andare alla pagina mostrata in figura, chiamata Calcola il tuo VAI.

A cosa potrebbe servire?
Innanzitutto, il livello di attivazione della vitiligine (VAI), ci fornisce una stima abbastanza precisa di quanto sia, al momento del calcolo, in atteggiamento distruttivo la malattia, dunque indirettamente, stima quanto la terapia sta avendo successo.

Ogni quanto tempo andrebbe calcolato il VAI?
La vitiligine è una malattia piuttosto lenta, sia nel peggiorare che nel miglioramento, dunque prima di ricontrollare il valore del VAI, durante terapia medica, è bene aspettare almeno 1 mese e mezzo.

Cosa dovrei osservare da un primo calcolo?
Tirando delle stime sommarie si può asserire che con un valore del VAI:
compreso fra -1 e -0,5 la vitiligine è in miglioramento
compreso fra -0,5 e +0,5 la vitiligine è stazionaria
compreso fra +0,5 e +3 la vitiligine è in peggioramento, tanto maggiore quanto maggiore è il valore.

La stima del VAI compiuta da un paziente è la stessa di quella compiuta da uno specialista?
Questo dipende dalla bravura del paziente, le spiegazioni sono abbastanza chiare, tuttavia per qualsiasi problema è sufficiente inviare una mail oppure chiamare negli orari previsti.

Per usufruire di questo strumento è necessario essere iscritti al portale e aver completato il Questionario Dermatologico

 

 

Errata Corridge: Corriere Medico

Corriere Medico

Corriere Medico 27 Marzo 2008

Purtroppo il trafiletto che ci riguarda è finito nell'articolo riguardante il biofilm dell'acne, poco male, almeno in questo caso le informazioni sono quasi del tutto corrette. Siamo dell'idea che quando l'informaizione non è pagata, come sempre nel nostro caso, non ci si può lamentare neanche più di tanto. Dunque un grazie sentito ai redattori di questa rivista che ci hanno dato spontaneamente un pò di visibilità.

Cliccate sull'immagine logo del "Corriere Medico" per aprire la pagina in questione

V.A.I. online

Data l'enorme richiesta, il G.I.S.V., ha deciso di mettere a disposizione di tutti la nuova metodica di valutazione di attività della vitiligine, il VAI, in questo articolo, è spiegato tecnicamente come si formula il Vitiligo Activity Index, in modo che ognuno di voi si possa rendere conto della propria situazione. La metodica, creata dal GISV, è un buon riferimento per capire anche come la vitiligine sta rispondendo alle terapie. Tramite la valutazione a distanza di tempo del valore del VAI (diciamo 2 mesi) potremmo avere varie situazioni:
a) Diminuzione del valore del VAI = buoni risultati terapeutici
b) Aumento del valore del VAI = la vitiligine è in fase attiva e dunque la terapia non sta ottenendo i risultati sperati.

c) In caso di VAI invariato la terapia ancora non ha dato ne risultati positivi ne negativi.

Il sito del GISV si sta inoltre attivando per poter eseguire la valutazione del VAI direttamente sul sito, in questo modo ogni utente registrato potrà valutare facilmente il proprio VAI e tenerlo registrato per controllarlo nel tempo.
Avere i propri valori VAI registrati nel tempo permetterà anche a noi medici, che abbiamo molti pazienti a distanza, di seguire i pazienti in maniera molto più precisa ed efficace, limitando le visite di controllo.
Siamo convinti che questo sia un bel progresso nella cura della vitiligine, offerto gratuitamente a vantaggio di tutti.

Repubblica salute: errata corridge

La Repubblica nel suo inserto del giovedì, La Salute, ci dedica un articolo. Siamo molto contenti che un giornale di tale importanza si sia accorto della nostro lavoro. Due precisazioni sono tuttavia doverose, primo il Dott. Comacchi (anche se non citato nell'articolo) è coinventore del VAI insieme al Dott. Menchini, secondo, il Dott. Menchini non è di Savona come scritto nell'articolo ma di Pisa.

 

Per leggere l'articolo cliccare sull'immagine "La Repubblica"

 

Novità per la Vitiligine dal Congresso ISPLAD

Si è svolto a Milano il 2° Congresso Internazionale di Dermatologia Plastica nel quale il GISV ha diretto la sezione dedicata alla Vitiligine. La sezione congressuale ha visto come moderatore, fra gli altri il prof Gino Antonio Vena primario della Clinica Dermatologica dell'Università di Bari. Fra i relatori anche il Prof Raffaele Santo Mercuri responsabile della Clinica Dermatologica della Fondazione San Raffaele di Milano. Presente anche l'Associazione per i pazienti affetti da vitiligine ARIV ONLUS nelle persone della presidentessa Dott.ssa Simona Gerosa e Dott.ssa Alida DePase (fondatrice della stessa ARIV e personalità di spicco nel panorama internazionale della tutela del malato affetto da vitiligine).

La sessione aveva come intento quello di apportare un nuovo modo di affrontare la vitiligine, come ricercatori e come medici. Da un punto di vista della ricerca, infatti, questa sezione è stata la prima che ha visto, in un congresso dermatologico, il contributo di specialisti di altre aree mediche quali l'endocrinologia (Dott. Massimo Gargani), e la anatomia patologica (Dott. Andrea Cavazzana), per affrontare in modo polispeculare questa malattia. Le novità sulle terapie invece si sono concretizzate attraverso una nuova arma a disposizione del dermatologo per formulare una corretta terapia, il Vitiligo Activity Index, creato e pubblicato dal GISV .

Addentriamoci ora nel vivo della sezione, attraverso il riassunto di ogni singolo intervento.

Il Dott. Cavazzana mentre espone la sua relazioneVitiligine, il punto di vista del patologo. Dott. Andrea Cavazzana, patologo genetista (membro GISV)

Il Dott. Cavazzana ha compiuto una panoramica volo di ampio respiro sulla predisposizione genetica familiare e non della vitiligine. Puntualizzando sulla non ancora esatta conoscenza del gene responsabile della vitiligine, il dott. Cavazzana, ha eseguito una semplice e dettagliata spiegazione di quello che è oggi lo stato dell'arte sulla conoscenza dei vari geni che sembrano predisporre alla vitiligine, compreso il NALP1. L'interessante comunicazione è poi proseguita sulle possibilità pratiche che offre oggi il laboratorio di biologia molecolare (campo specifico del dott. Cavazzana) nell'individuare la quantità di melanociti rimasti nelle aree affette, metodica che potrebbe in un vicino futuro, precisare le possibilità terapeutiche al singolo paziente.

Le cellule staminali per la vitiligine. Prof. Raffaele Santo Mercuri, Dermatologo (responsabile Clinica Dermatologica San Raffaele)

Il Prof. Mercuri si è trattenuto su un tema che "tiene banco" nei congressi internazionali negli ultimi tempi, cioè la possibilità di curare la vitiligine attraverso un trapianto autologo (innesto) di melanociti. La tecnica illustrata e proposta in questa sezione non è il trapianto di cui si è parlato sino ad oggi, bensì una nuova metodica che sfrutterebbe i melanociti staminali presenti nel comparto di cellule di riserva situato nell'area denominata "bulge" del follicolo pilifero. I melanociti presenti in quest'area infatti, non sono ancora specializzati e maturi, si suppone dunque che non possiedano quelle caratteristiche che rende aggredibili i melanociti maturi. Una volta prelevati, dice il Prof. Mercuri, attraverso tecniche laboratoristiche avanzate si induce la maturazione e si reimpiantano nella cute affetta da vitiligine. Questa nuova tecnica sarà pronta in pochissimo tempo, non ancora ad oggi.

Proposta di un indice di attività della malattia il V.A.I. Dott. Giovanni Menchini, Dermatologo (Fondatore GISV)

A questo punto si è giunti alla parte clinica della sezione congressuale, il dott. Menchini, ha esposto il primo risultato della ricerca del GISV, il Vitiligo Activity Index. Questo Indice è una semplice metodica attraverso la quale, uno specialista, può individuare il grado di attivazione della vitiligine, fattore fondamentale per la forumlazione della terapia più corretta per il singolo paziente. Questo valore consente anche di valutare il grado di risposta del paziente alla terapia, e di capire dunque, se la terapia applicata fino a quel momento è la più corretta. Le novità introdotte da questo particolare indice si spandono anche sulla ricerca, il VAI infatti, permette al mondo della ricerca scientifica di mettere in competizione le diverse terapie, attraverso un valore preciso e semplice che le "misura" sulla base obiettiva della risposta terapeutica. Un vera e propria rivoluzione dalla quale partire alla volta della sconfitta della vitiligine.

Terapia della vitiligine, un approccio proporzionato all'attività della malattia. Dott. Claudio Comacchi, Dermatologo (Fondatore GISV)

Il passo successivo nella sezione congressuale è stata la esposizione del Dott. Comacchi, il quale ha portato una casistica di pazienti trattati con terapie diverse scelte in base al valore del VAI. Nonostante la ristrettezza del numero di pazienti presentato, è parsa subita chiara la potenzialità dell'idea. I risultati incoraggianti mostrati sono un iniziale chiarore nel panorama della terapia della vitiligine di cui noi tutti sentivamo la necessità. Il Dott. Comacchi ha proseguito esponendo la tipologia di terapie mediche e luminose utilizzate a seconda del valore del VAI dei gruppi di pazienti.

Vitiligine bilaterale: il punto di vista dell'endocrinologo. Dott. Massimo Gargani, Endocrinologo (membro GISV)

Il Dott. Gargani ha illustrato, infine, la necessità di una attenta valutazione della funzionalità tiroidea nei pazienti affetti da vitiligine bilaterale, in particolare nelle donne, assai più soggette del maschio alla tiroidite autoimmuna di hashimoto. Una dettagliata panoramica dei sintomi, del laboratorio, delle terapia hanno reso questa relazione un ausilio davvero importante per lo specialista che si trova di fronte un paziente affetto da vitiligine offrendogli gli strumenti adatti per la corretta valutazione del quadro endocrinologico.

Ringraziamo l'ISPLAD in particolare nella persona del Prof. Antonino di Pietro, per averci dato l'occasione di presentare i nostri lavori, l'associazione ARIV ONLUS che ha fornito il necessario e balsamico supporto umano per l'unione di personalità scientifiche tanto diverse anche se tese verso lo stesso fine, in ultimo tutti quei pazienti che, inoltre alla visita, si sono sottoposti agli accertamenti necessari allo sviluppo della metodica del VAI. Grazie.

Lo staff del GISV tutto

 

Presto i video del Congresso ISPLAD online

 

 

 

 

Tiroide e danno da autoanticorpi

Autoanticorpi e Tiroide: Un danno vero

Tra le tireopatie maggiormente frequenti sono da segnalare quelle ad eziopatogenesi autoimmune. Si tratta di patologie multifattoriali che colpiscono circa il 2-3% della popolazione generale. Sono rappresentate prevalentemente dal Morbo di Basedow, la causa più comune di tireotossicosi, e dalla Tiroidite di Hashimoto. Le tireopatie autoimmuni sono caratterizzate dalla presenza in circolo di elevati livelli di autoanticorpi diretti contro alcuni componenti delle cellule tiroidee (antigeni). L’autoantigene implicato nel Morbo di Basedow è il recettore dell’ormone tireotropo (TSHr) mentre gli antigeni prevalentemente implicati nella Tiroidite di Hashimoto sono la Tireoglobulina (Tg) e la Perossidasi tiroidea (TPO, thyroid peroxidase). Il Morbo di Basedow ha una incidenza di 1-2 casi ogni 1000 abitanti per anno e la sua prevalenza è di circa 2,5-3%. Colpisce più frequentemente il sesso femminile (rapporto F/M: 5-10:1) nella 3°-4° decade di vita. Nel Morbo di Basedow l’eccessiva produzione di anticorpi anti-TSHr, in grado di mimare l’azione del TSH stesso, induce un aumento della crescita cellulare tiroidea e della secrezione ormonale (tireotossicosi). Tale fenomeno porta ovviamente all’aumento nel circolo ematico di ormoni tiroidei che produce una sintomatologia caratteristica (tachicardia, perdita di peso con appetito conservato, ansia, nervosismo, sudorazione eccessiva, alterazioni del ciclo mestruale, tremore alle mani e in alcuni casi alterazioni oculari). La Tiroidite di Hashimoto ha una prevalenza elevata (0,6-0,8%) con maggiore frequenza nel sesso femminile (rapporto F/M: 2-8/1). Come già detto la Tiroidite di Hashimoto è una malattia autoimmune organo-specifica a probabile base genetica. Nei soggetti giovani vi è frequentemente aumento di volume della tiroide (gozzo) mentre successivamente la ghiandola va incontro a processi distruttivi (atrofia). Questa forma di ipotiroidismo può far parte del quadro della sindrome autoimmune polighiandolare e associarsi ad altre patologie autoimmuni quali la vitiligine, l’anemia perniciosa, l’insufficienza surrenalica (Morbo di Addison),  il diabete mellito insulino-dipendente, la gastrite atrofica, la piastrinopenia. Come già detto la Tiroidite di Hashimoto può portare ad ipotiroidismo e ciò è dovuto alla distruzione della normale architettura tissutale tiroidea ad opera dei complessi processi infiammatori che si determinano a carico della ghiandola. Questo ovviamente si traduce in un deficit nella produzione di ormoni tiroidei che porta alla comparsa di stanchezza, sonnolenza, intolleranza al freddo, lieve aumento di peso, alterazioni del ciclo mestruale, secchezza dei capelli e della cute che si presenta fredda.

 

BIBLIOGRAFIA 

 

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Hashimoto's thyroiditis, the model of organ-specific autoimmune disorders]
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Autoimmune thyroid diseases.
Curr Opin Rheumatol. 2007 Jan;19(1):44-8. Review.

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Via Di Cisanello 1a San Giuliano Terme (PI)
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